La Mostra del Cinema di Venezia inizierà tra pochissimi giorni e l’attesa è oramai alle stelle per una edizione che si preannuncia come una delle più interessanti degli ultimi anni. Quella che partirà il 31 agosto è l’edizione numero settantatré di questa kermesse la cui storia prese il via nell’epoca del regime fascista e che nonostante alcuni periodi di crisi come quello attraversato negli anni ’70 del secolo scorso si è imposta come momento fondamentale per la settima arte.
Mostra del Cinema di Venezia 2016: già assegnati due premi
La Mostra sta ancora scaldando i motori in attesa del suo inizio previsto per il 31 agosto, ma nel frattempo due premi sono già stati assegnati e aspettano soltanto di essere consegnati ai vincitori. Si sta parlando dei Leoni d’Oro alla Carriera, la cui doppia assegnazione rappresenta una delle tante novità che questa edizione porta con se. Da quest’anno infatti saranno due i riconoscimenti alla carriera che verranno assegnati al Lido: uno andrà sempre ad un attore e l’altro sempre ad un regista.
Per quest’anno i due riconoscimenti onorari sono andati a due importanti figure del cinema europeo ed internazionale per cui quella di quest’anno non sarà ovviamente la prima volta al Lido. Per quest’anno, su proposta del direttore artistico della manifestazione, il prestigioso riconoscimento è andato a Jean Paul Belmondo e al cineasta polacco Jerzy Skolimowski. I due saranno quindi sicuramente presenti alla Mostra del Cinema di Venezia di quest’anno per la gioia di chi ama il cinema.
I motivi del premio a Jean Paul Belmondo
L’attore francese che si può senza ombra di dubbio alcuna considerare una vera e propria icona vivente del cinema mondiale, è stato insignito di questo prestigioso riconoscimento non soltanto per la sua straordinaria parabola artistica, ma in particolare per come ha saputo portare sul grande schermo il messaggio di modernità della cosiddetta Nouvelle Vague.
Nella motivazione con cui è stato assegnato il premio sono stati citati alcuni dei suoi personaggi e film più celebri: tra questi ultimi si possono ricordare “Il bandito delle 11”, con cui partecipò ad un’edizione della kermesse, e “Fino all’ultimo respiro”. Entrambi i film lo videro lavorare diretto da Jean-Luc Godard, uno dei padri del cinema transalpino moderno.
Nella motivazione si è posto l’accento sul personaggio che Belmondo ha portato sul grande schermo con “Fino all’ultimo respiro”. Si è voluto ricordare come l’attore francese fu capace di dare vita ad un personaggio che si poneva in forte contrasto concettuale con quello che era la tipologia di eroe che Hollywood aveva imposto in quegli anni. Inoltre la decisione di assegnargli il prestigioso riconoscimento è stata dovuta anche , a detta del direttore artistico della Mostra del Cinema di Venezia, alla sua grande capacità di interpretare alcuni tra i personaggi meglio riusciti dei gangster alla francese.
I motivi del premio a Jerzy Skolimowski
E sempre legato alla Nouvelles Vagues è il riconoscimento dato al regista polacco. A confermarlo è stato ancora una volta il direttore artistico della Mostra del Cinema di Venezia, il quale descrivendo la figura di Skolimowski ha voluto ricordare come egli sia tra i maggiori esponenti del moderno cinema che ha trovato terreno fertile da cui nascere e crescere proprio nella Nouvelles Vagues francese.
Il riconoscimento va anche a premiare quel grande impegno, condiviso con il collega e amico Roman Polanski, volto a rinnovare dall’interno il cinema polacco, impegno cominciato già negli anni ’70 in pieno regime comunista.
E proprio alcune parole di Roman Polanski sono state ricordate per spiegare in modo ancora più chiaro il perchè di questo importante riconoscimento, che come detto verrà consegnato al regista polacco nel corso di questa edizione della Mostra del Cinema di Venezia.
Polanski ebbe infatti modo di dire che Skolimowski aveva un talento tale che gli avrebbe consentito di imporsi come il più importante e talentuoso regista della sua generazione: una predizione, quella del regista, che si è poi rivelata assolutamente veritiera, come hanno dimostrato tutti questi anni. E questo è accaduto nonostante la carriera del regista polacco, che in cinquant’anni di attività ha portato a termine diciassette film, sia stata tutto tranne che semplice, come testimoniano i diversi spostamenti che si è trovato a dover affrontare nel corso della sua vita, spesso proprio per le idee propagandate attraverso il suo cinema. Per capire quanto detto basti pensare che questo regista, vero fiore all’occhiello del cinema polacco, europeo e mondiale, ha fatto definitivo ritorno nella sua terra d’origine soltanto dopo il 2006, dopo anni passati tra Belgio, Stati Uniti, Inghilterra e altri stati europei.
Tra le sue opere, che il direttore artistico ha citato nel corso dell’annuncio dell’assegnazione del premio, vi sono quella con cui vinse l’Orso d’oro a Berlino e quella con cui invece ottenne il Grand Prix a Cannes, ovvero “Il vergine” e “L’australiano”, rispettivamente del 1967 e del 1978. Infine, con riguardo alla sua cinematografia più recente, è stato ovviamente citato “Essential Killing”, film che ha girato successivamente al suo ritorno in Polonia e che sei anni fa gli valse il Premio Speciale della Giuria proprio al Lido, dove tra poco tornerà per ritirare il Leone d’Oro alla Carriera a solo un anno di distanza dalla sua ultima apparizione, avvenuta nell’edizione dello scorso anno per presentare “11 minuti”, film che non ha ottenuto nessun premio, ma che lo ha ad ogni modo confermato come uno dei cineasti più importanti del panorama europeo ed internazionale.