Segui questi consigli per dare un nuovo look al tuo lido balneare

C’è una linea sottile tra restyling e semplice maquillage. Chi gestisce uno stabilimento balneare sa che, quando arriva il momento di rinnovare, non si tratta solo di rinfrescare la vernice o cambiare un paio di lettini. Si tratta, piuttosto, di ripensare l’identità stessa del lido, confrontandosi con esigenze pratiche, gusti estetici, vincoli normativi e, non da ultimo, con aspettative sempre più alte da parte di una clientela che non perdona scelte approssimative.

Ogni intervento dovrebbe partire da una domanda: cosa rende davvero memorabile un’esperienza al mare?

Uno stile riconoscibile (e coerente)

Uno stabilimento balneare ben progettato ha un concept visivo che lo attraversa come un filo invisibile: si manifesta nei materiali, nei colori, nelle forme. E non è solo questione di moda o di design: è una questione di identità narrativa, quella che il cliente percepisce ancor prima di sedersi sul lettino.

Le opzioni sono molte. Alcuni preferiscono il rigore simmetrico delle cabine retrò con tende a righe, altri scelgono l’estetica esotica con ombrelloni in paglia e strutture in legno grezzo. C’è chi osa con i colori fluo, chi opta per il minimalismo. Ma, qualunque sia la linea scelta, tutto deve funzionare come un insieme. Perdersi nei dettagli può essere fatale: il rischio è creare un collage visivo caotico, che disorienta.

La scelta dei materiali non è un dettaglio

L’ambiente marino è ostile per definizione: sabbia, salsedine, vento e sole logorano in fretta qualsiasi struttura. Eppure, nonostante questa evidenza, molti gestori sottovalutano l’importanza di materiali resistenti. Il ferro battuto arrugginisce, i tessuti scoloriscono, i legni non trattati si spaccano.

Meglio scegliere materiali tecnici, studiati per l’esterno, magari anche riciclati o certificati per ridurre l’impatto ambientale. Un esempio interessante è rappresentato dai divanetti in pallet trattato, capaci di unire design, praticità ed eco-sostenibilità. Lo stesso vale per i camminamenti, le docce, le recinzioni: estetica sì, ma con un occhio vigile alla durata e alla manutenzione.

Funzionalità prima di tutto

In alta stagione, ogni stabilimento è sottoposto a uno stress test. Famiglie, gruppi di amici, bambini, sportivi, anziani. Ognuno con esigenze specifiche, che convergono nello stesso luogo. Un arredo ben disegnato deve resistere alla folla senza perdere appeal.

Ogni componente ha il suo peso: un ombrellone che non offre ombra a sufficienza, una passerella troppo calda al tatto, uno sgabello traballante nel bar possono determinare un giudizio negativo. E se quel giudizio finisce online, può diventare virale nel peggiore dei modi.

In questo contesto, è fondamentale dotarsi di infrastrutture robuste, ma anche di elementi mobili facili da igienizzare, riparare, rimuovere. Una filosofia del “minimo indispensabile fatto bene” può risultare vincente.

Reception, chioschi e servizi: il cuore silenzioso del lido

La parte “invisibile” di un lido – quella che i clienti spesso notano solo se non funziona – è fatta di cabine, docce, bagni, spogliatoi, aree tecniche. Un buon progetto non può ignorarla. Anche qui si gioca la partita dell’esperienza.

Cabine in legno ventilate, spogliatoi ben suddivisi, docce funzionanti e igieniche, servizi accessibili a tutti, comprese le persone con disabilità, sono requisiti non solo previsti dalla legge, ma richiesti con sempre maggiore frequenza da una clientela esigente.

Per trovare soluzioni prefabbricate adatte a queste esigenze – che vanno da reception compatte fino a bagni autopulenti e chioschi per la ristorazione – è utile consultare il catalogo disponibile sul sito C.M.C.2.0 Prefabbricati. Una risorsa utile per gestori che cercano prodotti pronti all’uso ma coerenti con lo stile scelto per il proprio lido.

Area bar: più che un servizio, un’estensione dell’esperienza

Un beach bar ben progettato non è solo un punto ristoro, ma un centro di gravità sociale. Tavolini all’ombra, sedie leggere ma resistenti, zone d’ombra pensate per ventilare senza spifferi, frigo ben integrati alla vista, luci discrete per l’aperitivo serale. Tutto concorre a rendere questo spazio un piccolo mondo a sé.

Anche qui, coerenza stilistica e funzionalità sono fondamentali. Sedute imbottite che si asciugano rapidamente, materiali che non si surriscaldano, coperture mobili per eventi o serate musicali. Nulla deve essere lasciato al caso. Ma la vera sfida è un’altra.

L’accessibilità come valore invisibile

Il turismo balneare è ancora troppo spesso pensato per corpi giovani, sani, abili. Eppure, garantire l’accesso agevole a ogni area del lido è un segno di civiltà, oltre che un vantaggio competitivo.

Rampe, docce accessibili, camminamenti antiscivolo, sedute ergonomiche, cabine pensate anche per chi si muove con ausili. Tutto questo può – e dovrebbe – integrarsi senza alterare l’estetica del progetto. Non è semplice, ma nemmeno impossibile. Occorre affidarsi a chi ha esperienza nel campo e a fornitori che prevedano soluzioni inclusive già a livello progettuale.

L’elemento che farà la differenza

La zona relax, il campo da beach volley, lo spazio yoga in riva al mare: ogni stabilimento ha la possibilità di introdurre un elemento distintivo, una firma visiva e funzionale che resti impressa. Ma attenzione: scegliere quale sia richiede visione.

Chi saprà scegliere bene, offrirà ai clienti non solo un posto dove trascorrere qualche ora di sole, ma un luogo da ricordare. E magari, da raccontare.