Euro 2016 conferma: gli europei non sono mai scontati

Euro 2016: quante sorprese

Senza dubbio Euro 2016 si avvia ad essere ricordato come il torneo delle sorprese. Chi avrebbe mai immaginato che l’Inghilterra sarebbe uscita agli ottavi di finale contro l’Islanda o che il Portogallo di CR7 sarebbe arrivato in semifinale senza riuscire mai a vincere una sola partita e finendo terzo nel proprio girone?

O che la Spagna campione in carica sarebbe uscita agli ottavi e Islanda e Galles si sarebbero ritrovate a fare più strada degli iberici e degli inglesi? Invece tutto questo è accaduto, a dimostrazione di come “la palla è rotonda”. Tuttavia ciò che si è visto finora ad Euro 2016 non è certo una novità per quanto riguarda i campionati europei di calcio. Tante sono infatti le sorprese che si sono verificate nelle edizioni precedenti a quella attualmente in corso.

Inghilterra: una delusione dietro l’altra

Per gli inglesi quella che si è consumata negli ottavi di Euro 2016 contro l’Islanda è probabilmente la pagina più nera della propria storia calcistica, ma gli europei hanno riservato altre grandi amarezze alla nazionale di Sua Maestà. Tralasciando l’europeo organizzato nel 1996, che vide gli inglesi perdere in semifinale, molti ancora ricordano il pata-track avvenuto nella fase a gironi dell’europeo del 1988, quello vinto dall’Olanda di Van Basten. Euro 2016 sorprese

Gli inglesi persero il derby britannico contro la Repubblica d’Irlanda, pur essendo nettamente favoriti. Bastò un goal dopo sei minuti del primo tempo per piegare gli inglesi e far vivere loro un’altra delusione. Nel 1992 arrivò però una delusione ancora più cocente, perchè l’Inghilterra non riuscì nemmeno a superare il girone eliminatorio. In quell’europeo gli inglesi furono capaci di pareggiare le prime due partite e poi di andare a perdere contro la Svezia, paese ospitante. La sconfitta fu resa ancora più atroce dal fatto che il goal vittoria per la Svezia arrivò a dieci secondi dalla fine.

Gli anni ’90: Germania e Italia e le sconfitte che non ti aspetti

L’Europeo del 1992 è però passato alla storia per la incredibile epopea della Danimarca, oggi assente ad Euro 2016, capace di vincere il titolo continentale dopo essere stata chiamata in sostituzione della ormai ex-Jugoslavia, dove in quel periodo la guerra civile era ormai conclamata.

Già la finale fu un risultato incredibile e molti pensavano che la Germania avrebbe stravinto l’atto conclusivo. Ed invece, la nazionale che si è presentata ad Euro 2016 con i galloni di Campione del Mondo (proprio come allora) finì al tappeto, perdendo per 2 a 0 e consegnando alla Danimarca un titolo che a pieno diritto è entrato tra le imprese leggendarie di questo sport.

Quattro anni dopo tocca all’Italia assaggiare l’amaro calice della sconfitta inattesa e che significa fine dei sogni di gloria. La squadra azzurra, che si presentava da favorita ad Euro ’96, arrivò al secondo match del girone eliminatorio forte della vittoria sulla Russia. Sarebbe bastato un pareggio contro la Repubblica Ceca, ma alla fine dei 90 minuti il tabellino si fermò impietosamente sul 2 a 1 per la nazionale ceca, che in quell’occasione fece conoscere al mondo Pavel Nedved e che da quel risultato trovò lo slancio per arrivare fino alla finale, persa contro la Germania.

Il 2004: il miracolo greco

A tutt’oggi rimane, a livello di nazionali, un miracolo sportivo che nessuno avrebbe mai potuto pronosticare. A differenza della Danimarca del 1992, che pur non avendo centrato la qualificazione e ottenendo il pass solo per quanto stava accadendo nei Balcani, aveva un buon tasso tecnico, la Grecia del 2004 era vista come una nazionale che aveva già fatto il massimo qualificandosi per la fase finale in terra portoghese.

Questa certezza granitica non venne probabilmente scalfita nemmeno dopo che i padroni di casa del Portogallo persero il match d’esordio, proprio contro gli ellenici. Ed invece la Grecia riuscì a passare il turno e poi, giocando in modo molto semplice e pragmatico, ovvero difesa e contropiede, arrivò fino all’atto conclusivo, ancora contro i padroni di casa, che all’epoca potevano già schierare gente come Rui Costa e Deco, oltre che un giovane Cristiano Ronaldo.

Nonostante la Grecia avesse eliminato la Francia, il pronostico le era sfavorevole. Invece Reaghel e i suoi completarono l’opera e vinsero il titolo con una zuccata di Charisteas, scrivendo un’altra pagina leggendaria di sport.