Cosa sono gli OSS
La sigla OSS sta per “operatore socio sanitario” e indica quella figura professionale che si occupa di dare un supporto di tipo assistenziale ai pazienti ricoverati, temporaneamente o in modo permanente) presso strutture ospedaliere, sanitarie, di ricovero e di assistenza. Secondo la normativa che ha istituito la figura dell’OSS, il suo scopo è quello di soddisfare i bisogni primari e favorire il benessere e l’autonomia del paziente, operando sia in ambito sociale che sanitario. Allo stesso tempo, l’operatore socio sanitario deve coadiuvare il team medico fornendo un supporto specifico. La figura dell’operatore socio sanitario negli ultimi anni ha visto un continuo aumento della richiesta di impiego, portando molte persone, con pregresse conoscenze ed esperienze in merito o meno, ad orientarsi verso questo tipo di carriera. L’impronta assistenziale però non deve trarre in inganno, in quanto si tratta di una professione che comporta un enorme carico di responsabilità, al pari del personale medico, anche per la delicatezza delle situazioni in cui si inserisce. Per conseguire il riconoscimento di operatore socio sanitario, in ogni caso, esistono dei requisiti da rispettare ed un percorso di studi dedicato.
Differenza tra OSS e infermieri
La figura dell’operatore socio sanitario si distingue da quella dell’infermiere sotto diversi aspetti, anche se spesso si tende a confondere queste due professioni. Effettivamente, operando nel medesimo contesto e nelle medesime aree di attività, spesso i due ruoli possono intrecciarsi, nonostante si tratti di due figure professionali le cui conoscenze e soprattutto responsabilità non sono sovrapponibili. La preparazione e somministrazione di terapie e farmaci è, per esempio, riservata al ruolo dell’infermiere, e non può essere in nessun caso delegata all’OSS, a meno che non si tratti di terapia sottocutanea o intramuscolare già pianificata dal personale infermieristico e che l’OSS sia in possesso della relativa specializzazione. Inoltre, all’OSS è consentito il solo utilizzo di apparecchiature mediche semplici (per esempio glucometro e apparecchio per la misurazione della pressione arteriosa) e la possibilità di eseguire solo medicazioni semplici e senza complicazioni. Non a caso la formazione accademica tra OSS e infermieri è diversa: i primi acquisiscono la qualifica a seguito di attestato di laurea, i secondi a seguito di corso regionale. In conclusione, l’infermiere è una figura autonoma, mentre l’operatore socio sanitario è una figura di tipo assistenziale e di supporto.
Come si diventa OSS
Il cosiddetto Accordo Stato-Regioni del 22 febbraio 2001 ha definito il percorso accademico per conseguire la qualifica di operatore socio sanitario. Ogni regione è dotata di potere decisionale autonomo per quanto riguarda i corsi e la loro organizzazione, spesso attraverso enti accreditati dalle stesse regioni, in relazione alla richiesta e dialla necessità di questa figura professionale. Per essere ammessi ai corsi regionali per operatore socio sanitario è necessario aver compiuto 18 anni essere ed in possesso del diploma di scuola secondaria di primo grado (ovvero il diploma di terza media). In caso di cittadinanza straniera, è necessario comprovare la conoscenza della lingua italiana tramite certificazione di un titolo di studio conseguito in Italia o attestazione linguistica di livello minimo A2. I corsi per OSS richiedono la frequenza obbligatoria e hanno durata di 18 mesi (1000 ore di cui circa la metà di tirocinio presso strutture pubbliche o private in cui è richiesto personale). Tra le materie oggetto di insegnamento rientrano quelle relative all’ambito socioculturale, psicologico, igienico-sanitario e tecnico-operativo. Una volta terminato il corso, se non si è superato il tetto massimo di assenze (10% sulle ore totali) e se si viene giudicato positivamente circa il profitto durante il corso e circa l’attitudine personale, l’adeguatezza e il comportamento, si viene ammessi all’esame finale. L’esame da OSS viene valutato da una giuria giudicatrice e si divide in una parte teorica e una parte pratica. Una volta superato l’esame finale, si acquisisce l’attestato di qualifica di I livello di operatore socio sanitario.
Mansioni dell’operatore socio sanitario e sbocchi lavorativi
Come già anticipato, l’OSS costituisce una figura di supporto e assistenza che perciò stesso non è dotata di potere decisionale su terapie e trattamenti farmacologici, così come su altre decisioni che spettano al personale medico. Le mansioni dell’OSS, quindi, possono indicativamente riassumersi nella assistenza diretta alla persona, anche domiciliare, intervenendo sugli aspetti igienici e sanitari di tipo sociale. Per esempio, assiste la persona allettata o non autosufficiente provvedendo alla sua igiene, alla corretta alimentazione e somministrazione di terapie preordinate, prestando attenzione a segnali o sintomi di malessere e fornisce indicazioni fondamentali al personale medico durante la valutazione degli eventuali trattamenti futuri in base alla propensione e reazione generale delpq persona. Il personale socio sanitario può essere impiegato in strutture pubbliche e private, sia di tipo sanitario (ospedali, cliniche, ASL, etc.) che sociali (case famiglia, centri di recupero, centri di assistenza diurna, case di riposo, etc), che in via domiciliare provata.