Quali sono le motivazioni che hanno favorito l’ascesa dei free-to-play games con l’aggiunta di “extra” a pagamento?
Le industrie di successo operanti nel settore del divertimento ludico online 2.0 hanno deciso di investire i loro soldi in un nuovo modello di business di ultima generazione denominato freemium gaming al fine di offrire videogames di qualità che possano tenere incollati agli schermi gli appassionati del genere. In cosa consiste? I nuovi prodotti di intrattenimento, tra cui capolavori quali Temple Run e Candy Crush Saga ed anche colossi in modalità multigiocatore come Fortnite, vengono fruiti impiegando una connessione Internet e sono gratuiti: chiunque può dunque provarli, basta potersi collegare al web.
Quest’opportunità permette a qualunque persona di affezionarsi nel tempo ad uno o più titoli e mettere alla prova la propria bravura singolarmente o contro altri agguerriti avversari. Il modello freemium si definisce tale poiché in aggiunta esiste l’opportunità, libera e non vincolante, di acquistare, tramite sistemi di pagamento online sicuri, “extra” che possono migliorare le performance del personaggio “telecomandato”. Per fare semplici esempi, è sempre possibile comprare vite aggiuntive, equipaggiamenti per rendere l’avatar controllato il più forte, oppure bonus di ogni genere necessari per superare livelli che altrimenti sarebbero davvero ostici; chi di noi non è rimasto bloccato almeno alcune settimane in un livello giocando a Candy Crush Saga?”
Fidelizzazione e brandizzazione
Se il primo paragrafo si pone come obiettivo quello di definire il concetto di freemium gaming, è giunto ora il momento di capire perché tale modalità videoludica piaccia così tanto ai fans. Tutto ruota intorno al concetto di fidelizzazione e brandizzazione: se un videogame è concepito per divenire un’esperienza unica a e tutto tondo, un vero e proprio ecosistema dove poter fare qualsiasi cosa, meglio se immenso ed esplorabile, il player si immedesimerà talmente tanto che non potrà più fare a meno di giocare.
Ecco che la persona, senza accorgersene, diverrà un ammiratore di quel titolo e si appassionerà talmente a quel brand che prima o poi vorrà dotarsi di bonus aggiuntivi per poter divenire il più forte in assoluto. Le industrie dei videogiochi sanno che il loro cliente finale è esigente e non vuole certo annoiarsi; l’esperienza di intrattenimento deve quindi divenire infinita e gli aggiornamenti che interessano ogni singolo titolo devono risultare costanti.
Solo così il videogamer diverrà un “ambasciatore” entusiasta di quella marca. Ovviamente non basta solo una grafica accattivante, ambientazioni ben progettate, trappole e insidie ottimamente predisposte: serve qualcosa di più! Che cosa? Suscitare emozioni, quelle emozioni che solo la tecnologia più avanzata sa regalare.
Marketing emozionale
Come detto in precedenza, il modello di freemium gaming risulta essere di successo perché punta forte sulla fidelizzazione/brandizzazione di quell’utente che, dopo aver testato le potenzialità delle piattaforme di gaming, potrà usufruire di maggiori features e contenuti aggiuntivi a pagamento che gli permetteranno di prevalere durante ogni sfida.
Tutto ciò può realmente funzionare solo se l’industria dell’entertainment, nel momento in cui lancia un prodotto, è in grado di suscitare un’emozione nell’animo di chi si appresta ad impugnare il proprio joystick. Si chiama marketing emozionale ed è la nuova frontiera verso cui gli attori che operano nel settore del gaming stanno concentrando i propri sforzi per migliorare sensibilmente le vendite.
Fare leva sulle emozioni attraverso una trama ludica di valore – oggi verrebbe da dire storytelling – gratificare il gamer grazie a ricompense varie, che null’altro significa che generare valore, creare un linguaggio unico ed un senso di appartenenza sono aspetti che oggi chi lavora nel settore deve tenere ben in considerazione.
Alcune emozioni che innescano gli acquisti
Esistono delle emozioni ben precise che innescano, nella mente dei player, la tentazione e la voglia di “fare acquisti”. La paura è una di queste: non approfittare dell’offerta scontata della durata di alcuni giorni di un’armatura che potrebbe aumentare sensibilmente i parametri di un personaggio mago – il riferimento a World of Warcraft non è casuale – sarebbe deleterio.
Il desiderio di apparire, inteso come narcisistica voglia di prevalere nei confronti di un altro avversario in un duello o all’interno di un’arena, ha una sua incidenza, così come la fiducia di ottenere risultati eclatanti solo se si è disposti a comprare un bonus. Tirando dunque le fila del discorso, si può dunque dire che Il successo del freemium gaming ruota intorno all’emotività del giocatore virtuale che si trova a suo agio in un ecosistema ludico progettato nei minimi particolari.